Nel mondo virtuale si diventa incorporei, fantasmi fatti di parole e immagini che incontrano altri fantasmi.
C’è un’assoluta mancanza del corpo e si rimane in-contatto, senza tatto.
Come è possibile dimenticare che la persona è pura pelle e che la ricerca della felicità è piacere tattile?
Sento di essere privilegiata perché solo un odore, particolare, una Madeleine “personale”, mi ancora prepotente al passato e al suo buon sapore.
Estate di chissà quanti anni fa.
Su un terrazzo, due Ragazze di antica amicizia, scelgono tra boccette di smalti di colori differenti.
Un’operazione accurata: “stai ferma, sciocca, che si sbava tutto…”.
Le mani tra le mani, il movimento sapiente del pennellino, l’odore acre, il soffio sulle dita e il gesto rotatorio per
l’asciugatura della pennellata.
Un po’ più lontano, seduta su una sedia di vimini dallo schienale alto, le spalle rivolte al golfo di una località ligure, la Mamma di una delle due, già pregna di Vita e esperienze, guarda questa scena e sorride compiaciuta.
Uno sguardo sottile, quasi impercettibile che pensa sia sfuggito.
Si diverte nel seguire questo scambio di tocchi, solo apparentemente banale.
Lei sa che ha il sapore di un antico rito di bellezza, cura, frivolezza, mescolato ad amicizia e complicità.
E la Generazione Z nemmeno si sfiora…
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One response
si perde molto la generazione Z….
Riconosco le mie origini, dall’odore di tostato, di terra, di ulivi e di focaccia oltre che dalla ”vicinanza tattile” delle persone che ti accolgono quando atterri …
Mi ritengo fortunata per questa somma di ”sensi” impercettibili ad altri ma per me molto importanti.