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Gli amanti del nuoto libero sanno che la loro piscina è un luogo quieto, perfetto per il relax e la concentrazione, dove ciascuno gestisce il suo corpo e il suo tempo lontano dal mondo di superficie.
È il loro spazio, la loro zona di conforto, la fonte di un benessere superiore.
La loro è una vita appartata e felice, vasca dopo vasca, virata dopo virata.
Fino al giorno in cui la comparsa di una crepa sul fondo della piscina incrina le certezze di tutti, soprattutto di Alice.
Alice, madre della narratrice, soffre anche lei, in parallelo, per le crepe insanabili che minacciano la sua memoria.
Senza la piscina a strutturare il suo tempo, la sua vita intera scivola nella confusione, nello scompiglio, nell’incertezza.
Sua figlia la osserva, e ricostruisce per lei un passato che la memoria non trattiene più.

Con una scrittura essenziale e con indicibile grazia e profonda tenerezza, Julie Otsuka osserva il declino di una madre imparando a orientarsi in un rapporto difficile e insieme ad amarla come mai prima.

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One response

  1. E’ profonda la descrizione della piscina, come è vero che il nuoto ti dà la sensazione di vivere lontano dal mondo della superficie …
    Così come è reale e crudele rendersi conto della crepa che ti allontana da una madre con demenza senile, ma che mai come in quel periodo hai sentito vicina.

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